L’importanza della prima seduta in Terapia Breve Strategica

Così come non si può non comunicare, come ci ricorda Paul Watzlawick nel primo assioma della comunicazione  (Pragmatica della Comunicazione Umana, 1967), allo stesso modo non si può non influenzare o essere influenzati mentre si comunica.

Qualsiasi forma di interazione produce un influenzamento reciproco tra persone e questo vale ancor di più all’interno di un colloquio psicologico. Sin dal primo incontro in Terapia Breve Strategica, ogni domanda di indagine rappresenta un piccolo cambiamento che si introduce nel sistema.

Mentre il terapeuta indaga, infatti, attraverso le sue stesse risposte la persona sarà indotta a fare riflessioni, che generano sensazioni; si inizia così ad introdurre un cambiamento emotivo-percettivo che conduce la persona a modificare gradatamente le sue lenti, le sue prospettive e a sentire emozionalmente e quindi agire in maniera differente.

Riprendendo le parole di Kurt Lewinse vuoi conoscere come funziona un sistema, cerca di cambiare il suo funzionamento, possiamo comprendere  il concetto di diagnosi-intervento (o diagnosi-operativa), ovvero del cambiare per conoscere, che caratterizza la logica strategica.

Questo concetto e quanto andremo a definire più avanti, ci aiuta anche a comprendere meglio come mai, in questo modello, il primo colloquio rappresenti già un intervento. Perché il terapeuta, attraverso domande strategiche, ovvero orientate ad uno scopo –  far emergere la disfunzionalità del percepire e del reagire della persona e poter intervenire su questo – , induce una ristrutturazione terapeutica che crea un cambiamento emozionale nella persona rispetto al proprio modo di percepire e interagire con la realtà, laddove sia stato disfunzionale e irrigidito.

Un colloquio clinico, che inevitabilmente influenza il soggetto, rappresenta per il  terapeuta una preziosa opportunità per orientare strategicamente la prospettiva dell’interlocutore, anziché lasciare al caso, nella direzione di cambiamenti che rendano la prima seduta già terapeutica e non solo conoscitiva.

In particolare, attraverso la tecnica evoluta di dialogo strategico,  formulata da Giorgio Nardone nel 2004, la prima seduta in terapia breve strategica rappresenta il primo e più importante momento di cambiamento terapeutico, in alcuni casi l’unico necessario. La struttura del modello di dialogo strategico ha una sequenza ben precisa: le domande –  che propongono al paziente due alternative di risposta – guidano la persona a scoprire nuove prospettive rispetto al suo problema. Esse sono seguite da parafrasi ristrutturanti che hanno lo scopo di ridefinire ulteriormente e potenziare ciò che è emerso attraverso le risposte date dalla persona.

Un aspetto fondamentale del dialogo strategico e della comunicazione terapeutica in generale è il linguaggio utilizzato: l’unione e l’alternanza tra linguaggio indicativo, quindi il linguaggio nella sua forma logica del parlare e il linguaggio nella sua forma analogica-evocativa (di sensazioni) → ovvero il linguaggio performativo.

La sequenza di domande strategiche e parafrasi ristrutturanti attraverso l’uso del linguaggio performativo-evocativo, crea una serie di effetti-scoperta, che rappresentano per la persona quelle che Alexander (1946) ha definito Esperienze Emozionali Correttive, frutto di una serie di accordi che la persona costruisce in seduta insieme al terapeuta e che innescano un sentire differentemente.

La persona viene così guidata  ad essere l’attore protagonista della scena e in questo modo si neutralizza anche la fisiologica resistenza al cambiamento che qualsiasi sistema  oppone per preservare il proprio equilibrio, anche quando questo risulta disfunzionale.

Questa tecnica evoluta per condurre il primo colloquio, rappresenta una raffinita strategia per ottenere il massimo con il minimo; parafrasando i primi Sette Sapienti della tradizione ellenica, “nulla di troppo, solo ciò che è abbastanza”.

Se desideri approfondire quanto sopra, ti consiglio la lettura dei seguenti testi:

-Emozioni. Istruzioni per l’uso. Giorgio Nardone, 2019 – Ponte alle Grazie

-Il cambiamento strategico. Come far cambiare alle persone il loro sentire e il loro agire. Giorgio Nardone e Roberta Milanese, 2018 – Ponte alle Grazie

-La nobile arte della persuasione. La magia delle parole e dei gesti. Giorgio Nardone, 2015 – Ponte alle Grazie

-Il dialogo strategico. Comunicare persuadendo: tecniche evolute per il cambiamento. Giorgio Nardone, Alessandro Salvini, 2004 – Ponte alle Grazie

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