La Terapia Indiretta sui bambini

In Terapia Breve Strategica, l’intervento messo in atto per gestire una difficoltà del bambino o un problema più strutturato, avviene in maniera indiretta, ovvero non portando alle sedute il bambino (ad eccezione di pochissimi casi) ma lavorando esclusivamente attraverso i genitori e gli adulti di riferimento del bambino, per produrre il cambiamento richiesto.

La ragione di tale scelta dipende da una considerazione molto semplice anche se spesso sottovalutata da molti colleghi, ovvero il portare un bambino (al di sotto dei 12 anni) dallo psicologo o psicoterapeuta lo farà inevitabilmente sentire diverso e problematico già per il solo fatto che è in cura da uno specialista.
Far sentire “etichettato” un bambino, anche attraverso la costruzione di una diagnosi, e quindi farlo sentire un bambino “problematico” o “difficile”, rischia di creare l’effetto Profezia che si auto-realizza.
Il rischio, dal punto di vista della Terapia Strategica, è di sommare ad un problema già presente, una etichetta diagnostica di una possibile patologia che anziché risolvere il problema lo potrebbe solo amplificare ancora di più. Soprattutto nella prima fase della terapia infatti noi evitiamo di comunicare una diagnosi, lo facciamo quando la situazione si è già sbloccata e non è più un rischio farlo.

La percezione di “identità sana” è un diritto di ogni bambino e andrebbe tutelato il più possibile, per cui prima di costruire un’etichetta psichiatrica su un bambino o intraprendere un trattamento farmacologico, è opportuno capire e indagare il tipo di dinamiche relazionali e comunicative presenti in famiglia, se i genitori sono riusciti a costruire e far rispettare un sistema condiviso di regole, se è presente quella che noi strategici definiamo una “sana gerarchia familiare”.

Un bambino oltretutto, in particolar modo se problematico, potrebbe boicottare la terapia ed annullare l’efficacia dell’intervento. Lavorare con genitori e/o insegnanti risulta molto più vantaggioso anche per tale ragione.

La Terapia Indiretta, messa a punto dal Centro di Terapia Strategica attraverso la costruzione di protocolli di trattamento adattati alle singole situazioni e utilizzata dai collaboratori affiliati al Centro, andrà ad agire indirettamente sul bambino, producendo in questo modo un cambiamento attraverso i nuovi comportamenti e soprattutto le nuove modalità comunicative e relazionali che i genitori metteranno in atto, guidati attraverso le prescrizioni del terapeuta.

Attraverso queste indicazioni, costruite sulla base della peculiarità della situazione presentata, i genitori verranno guidati a modificare o interrompere se necessario determinati atteggiamenti messi in atto fino a quel momento (le loro “tentate soluzioni”).

Se i genitori sono in grado di seguire tutte le indicazioni del Terapeuta, l’intervento potrà essere relativamente breve, anche perché i bambini hanno tutte le risorse per poter cambiare velocemente, a patto che vengano toccate le leve giuste per produrre questo cambiamento.

Dal nostro punto di vista, la leva più vantaggiosa per produrre un cambiamento rispetto ad una situazione difficile o problematica di un bambino consiste nel lavorare attraverso la famiglia, con una terapia indiretta condotta dai genitori eletti a co-terapeuti; loro oltretutto son le persone che trascorrono più tempo con i loro figli e se ben guidati all’utilizzo di tecniche e strategie potranno essere i loro migliori terapeuti.
Le problematiche che possono presentarsi nell’infanzia possono essere diverse, non molto dissimili da quelle del mondo degli adulti: si possono presentare disturbi d’ansia, ansia da prestazione, fobia scolare, mutismo elettivo o selettivo, oppure disturbo ossessivo-compulsivo, disordini alimentari, disturbo oppositivo-provocatorio.
Il nostro primo obiettivo quindi, in particolar modo in una psicoterapia indiretta è stabilire una buona alleanza terapeutica con i genitori.

Nel corso della prima seduta, attraverso il dialogo strategico, si analizza il funzionamento del problema: quali sono i comportamenti problematici del bambino, come si manifestano, dove ovvero in quali situazioni, quando ovvero in quali momenti compaiono e in quali non compaiono, e in ultimo alla presenza di chi vengono messi in atto. Questa indagine iniziale permetterà di definire il problema, comprenderne il funzionamento nel presente e di identificare quelle che in ottica strategica vengono definite le “tentate soluzioni disfunzionali”, ovvero tutto ciò che è stato fatto fino a quel momento per tentare di risolvere il problema ma che non ha funzionato.

Lavorare in maniera indiretta non è più complicato, certamente è una modalità diversa ma in realtà può risultare anche più semplice proprio perché a differenza degli adulti, i bambini hanno un potenziale di cambiamento maggiore dal momento che le loro strutture mentali sono maggiormente “plasmabili”. Anche per tale ragione un intervento tempestivo durante l’infanzia può evitare problematiche più complesse nel futuro, anche perché una difficoltà reiterata nel tempo può strutturarsi in un problema vero e proprio.

Molto spesso, anche situazioni critiche, possono essere gestite e risolversi cambiando semplicemente alcuni atteggiamenti, inserendo regole, azioni diverse che conducono a diverse reazioni.

La famiglia è un sistema circolare in cui, le azioni di ogni componente hanno degli effetti sugli altri poiché ognuno è influenzato dagli altri ed influenza tutti. Questa circolarità è proprio la nostra risorsa in Terapia, perché ci permette agendo sui genitori di innescare un cambiamento che favorisca il benessere di tutti. Ciò che è necessario per affrontare un percorso di questo tipo è sicuramente il massimo impegno e la collaborazione dei genitori.

“Non è sufficiente fare il bene, bisogna anche saperlo fare. Un bene fatto…male, può essere più dannoso che utile” (Denis Diderot)

Bibliografia

-Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita. G. Nardone, Ed. Ponte alle Grazie
-Il Dialogo Strategico. G. Nardone, A. Salvini. Ed. Ponte alle Grazie

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