Ipocondria e patofobia rappresentano forse due delle problematiche più comuni dell’epoca nella quale viviamo, segnata dal continuo bisogno di avere sempre tutto sotto controllo: la realtà che ci circonda, il nostro corpo,le malattie etc.
Ipocondria e patofobia appartengono, insieme alla dismorfofobia, all’area dei disturbi somatoformi (disturbi che presentano manifestazioni fisiche pur derivando da cause psichiche).
Si strutturano come delle vere e proprie fissazioni compulsive che a lungo andare possono realmente indebolire il sistema immunitario, realizzando ciò che la persona temeva e combatteva (ulcere, gastriti, disturbi psico-somatici), innescando una sorta di profezia che si auto-realizza
Chi è l’ipocondriaco?
L’ ipocondriaco vive la sua esistenza nella paura di percepire qualsiasi variazione provenire dal proprio corpo. Interpreta ogni segnale come una potenziale malattia, per questo monitora e controlla ossessivamente il proprio corpo alla ricerca dei segnali che indichino la presenza della malattia.
Più correttamente, ascolta in modo ossessivo le sensazioni corporee, per cercare dei segnali che in realtà non confermino (quindi cerca per non trovare) la presenza della malattia tanto temuta.
Il risultato paradossale sarà che, ascoltandosi costantemente, finirà per trovare ancora più segnali, avvalorando ancora di più la sua credenza iniziale e ritrovandosi ben presto in una spirale che si autoalimenta.
Anche in questo disturbo ricorrono delle tentate soluzioni disfunzionali tipiche:
-La ricerca dei segnali: la tentata soluzione disfunzionale del controllo corporeo per rassicurarsi, diviene il mezzo attraverso il quale si trovano quindi si concretizzano i tanto temuti sintomi. Un controllo che porta a perdere il controllo
-Parlare del proprio problema: la costante preoccupazione per il proprio stato fisico, naturalmente si ripercuote anche nella sfera sociale. L’ipocondriaco infatti ne parla in continuazione sia con gli amici che con i familiari, si aspetta dei trattamenti speciali e si sente incompreso. Naturalmente parlare del proprio problema costantemente non fa altro che renderlo ancora più vivo, presente, quindi lo alimenta ancora di più.
-Accertamenti medici e ricerche su internet: alla continua ricerca di conferme alla propria convinzione, l’ipocondriaco fa ricorso a numerosi pareri specialistici richiedendo costantemente nuovi esami. Da una parte l’ipocondriaco si sente rassicurato dai medici che stabiliscono l’assenza di patologie organiche, ma dall’altra tende a screditarli, spesso irritato da chi propone un’origine psicologica dei propri disturbi, mette in atto un vero e proprio peregrinaggio da uno specialista all’altro per trovare delle risposte.
Allo stesso modo, non appena sente un segnale preoccupante, tenta di cercare delle risposte in rete, partecipando magari a vari forum di discussione per avere maggiori informazioni e rassicurazioni, con il risultato di accrescere ancora di più i propri dubbi e quindi l’ansia.
Il profilo del patofobico
Il patofobico ha paura di avere o poter contrarre una malattia generalmente “fulminante” come un attacco di cuore o un ictus (la cardiofobia con focalizzazione sulla frequenza cardiaca o sulla pressione arteriosa rientra nelle patofobie), oppure, una malattia neurologica, un tumore fulminante etc..
Qualsiasi segnale inusuale proveniente dal corpo lo spaventa in modo esagerato perchè potrebbe essere un sintomo allarmante. Quindi cerca di scacciare questo pensiero che diventa una vera e propria fissazione ossessiva che lo spinge ad un controllo compulsivo del proprio corpo.
La paura derivante dalla lettura errata delle sensazioni emergenti può crescere al punto da sfociare in crisi di panico, un tentativo di controllo rigido e costante delle sensazioni fisiche che porta a perdere il controllo.
Sono persone quindi che controllano, perdendo il controllo su qualcosa che non possono prevedere. Nella patofobia, le tentate soluzioni generalmente messe in atto e che nutrono ancora di più il problema facendolo peggiorare sono:
-Cercare di allontanare il pensiero. Quando un pensiero spaventoso si ripropone in modo incontrollato, una delle tentate soluzioni disfunzionali più comunemente messe in atto è cercare di non pensarci. Il pensiero inopportuno, proprio per la sua natura ossessiva cercherà invece di riproporsi sempre più. Più cerco di scacciarlo più finirò per chiamarlo e alimentarlo.
-Tende a non fare accertamenti medici. I patofobici preferiscono solitamente rimanere nel dubbio sulla possibilità o meno di avere una malattia. Dato che hanno paura di avere una malattia, preferiscono non sottoporsi a controlli medici perchè potrebbero concretizzare i propri timori.
-Ne parla con chiunque come per chiedere aiuto. Il patofobico come l’ipocondriaco, parla molto volentieri e spesso con gli altri dei propri disagi fisici. Più che per scaricarsi dall’ansia però, ne parla per chiedere aiuto, incrementando ancor di più la percezione fobica
Un Terapeutico strategico è in grado di discriminare attraverso il dialogo strategico e l’indagine sulle specifiche Tentate Soluzioni disfunzionali messe in atto dalla persona, tra ipocondria e patofobia e intervenire quindi in tempi relativamente brevi attraverso protocolli di trattamento costruiti in maniera specifica per il problema da trattare.