Le fobie specifiche, possono nascere da un iniziale e graduale evitamento nell’affrontare qualcosa che ci fa paura. Le più comuni possono riguardare alcuni animali, o fobie per spazi aperti, piazze, oppure per luoghi piccoli e chiusi come un ascensore, oppure l’aereo, l’autostrada o le gallerie, e così via.
Nella mia esperienza clinica ho potuto constatare quanto diverse fra loro, talvolta bizzarre e fantasiose, possano essere a volte le paure legate a oggetti o situazioni molto originali; una particolare immagine per esempio, i volatili, gli angoli, la paura di vomitare o di farsela addosso, le scale mobili, etc.
I tentativi fallimentari di solito messi in atto da chi soffre di queste fobie, consistono nel:
-socializzare il problema;
-prendere precauzioni per affrontare lo stimolo ansiogeno;
-organizzarsi con una persona vicina che conosce il problema e che diventa una vera e propria stampella alla quale appoggiarsi e alla quale poter chiedere aiuto tutte le volte che se ne ha di bisogno.
Purtroppo queste strategie, che apparentemente sembrano funzionare perché "tamponano" sul momento la difficoltà e danno sollievo, nel tempo alimentano e mantengono un vero e proprio circolo vizioso dentro il quale la persona rimane intrappolata.
Anche in questo caso attraverso la terapia breve strategica si costruiscono una serie di strategie per condurre la persona a smettere di alimentare il disturbo e quindi la paura, e ristrutturare la sua percezione rispetto agli stimoli che via via andranno a ridurre la loro componente ansiogena.